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Isola del Gran Sasso

Isola del Gran Sasso è un’insula della Valle Siciliana circondata dai boschi di faggi, dai pascoli d’altura, e dai torrenti Ruzzo e Mavone; è un luogo antico, con il centro storico caratterizzato da palazzotti in pietra, stradine strette, bei portaletti scolpiti in pietra, segno di una economia fiorente, basata sulle risorse tipiche delle comunità di montagna: agricoltura, pastorizia, lavorazione del legno, artigianato del ferro e del cuoio, della ceramica e del rame, produzione del carbone.

“volgendo il capo verso la linea d’orizzonte si scorge l’azzurra visione del Gran Sasso, il Nume di pietra, nel quale un tempo l’occhio fantastico del popolo ci vide scolpita la testa di Napoleone. [..] Il Gigante che dorme disegna il profilo di una gigantesca testa lapidea a chiari lineamenti umani, col viso rivolto al cielo e con la nuca maestosamente adagiata su una lussureggiante vegetazione boschiva; la leggenda tramandata fa del Gran Sasso un gigante veramente esistito miriadi di anni fa, all’origine dei tempi, quando visse in amore con la gigantessa Majella, che ha forma d’utero pieno, anch’essa poi trasformata in sasso”.  (Giuseppe Profeta)

La valle Siciliana era attraversata, in epoca romana, dalla via Cecilia, come oggi lo è dall’autostrada Teramo-Roma, che spezza il paesaggio suggestivo e bellissimo delle più alte vette del Gran Sasso, con gli attraversamenti tra le ampie vallate dei monti, con i nastri d’asfalto che tagliano l’incantevole e variegato verde del panorama. Circa 200 anni fa, Isola del Gran Sasso questo era un’isola di pace e di preghiera e come scriveva San Gabriele a suo padre: “il clima è. dolcissimo, gli abitatori sono oltremodo affezionati e io ci sto contento”.

Fu proprio San Gabriele, con la sua peculiarissima religiosità, a dare una dignità ed un rilievo nuovi al piccolo convento che sorgeva a due passi da Isola del Gran sasso e all’epoca luogo di pura preghiera, residenza di pochi frati. Ma l’arrivo del giovane passionista, la sua morte avvenuta dopo pochissimi mesi e la fama di santità che presto si sviluppò nel circondario e sempre più largamente, trasformarono quel piccolo convento in un luogo di culto, di devozione, sempre più spesso meta di pellegrinaggi.

Così, nel giro di pochi decenni, quel conventino divenne il Santuario di San Gabriele, tra i più importanti d’Abruzzo e dell’Italia. Esso è posizionato lungo la “Linea Sacra di San Michele Arcangelo”: una misteriosa linea immaginaria che unisce sette monasteri, dall’Irlanda fino a Gerusalemme e che, secondo una leggenda, fu tracciata dal colpo di spada che San Michele inflisse a Lucifero per scacciarlo dal Paradiso. Inoltre, è al centro di un triangolo sacro disegnato dai Santuari di Loreto, San Gabriele appunto e San Giovanni Rotondo.


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