Ciak Teramo

Tossicia

Il Comune di Tossicia è caratterizzato da un paesaggio montuoso, ricco di pascoli e boschi solcati da numerosi corsi d'acqua che confluiscono nei fiumi Vomano e Mavone. 

Il paesino possiede edifici storici di grande pregio, a prova dell’importanza assunta quando era “capitale” della Valle Siciliana e residenza privilegiata dei Mendoza, che abitarono nel cinquecentesco Palazzo marchesale, oggi sede del Museo etnografico delle Tradizioni artigiane. 
Fra i monumenti sono poi da segnalare le numerose case medievali e rinascimentali; il Palazzo Stadera; la chiese di Sant’Antonio Abate, con un magnifico portale quattrocentesco opera di Andrea Lombardo, e la chiesa di Santa Sinforosa, con due ricchi portali realizzati nel Quattrocento da Nicola da Penne, in uno dei quali è scolpito lo stemma della famiglia Orsini, altra nobile casata che ha abitato il borgo di Tossicia. 
Il borgo appare prevalentemente costruito e restaurato in pietra locale. Il suo compatto impianto architettonico conserva tuttora caratteri di autenticità e nel tessuto urbano, fra vicoli e piccole strade a gradinata punteggiate da balconi e terrazze, si trovano numerose insegne nobiliari, come quella della famiglia Orsini, caratteristiche finestra a bifora e architravi fregiati con stemmi gentilizi, che risalgono al XV e al XVI secolo.

Le fonti documentali non riferiscono con precisione quale sia stata l'origine della fondazione del paese di Tossicia, tuttavia, alcuni autori attribuiscono la creazione del villaggio al barone Tosia di Ornano, che nel IX secolo vi costruì una villa intorno alla quale si svilupparono altre abitazioni, dando vita all'inurbamento del borgo. 
Nel periodo del Basso Medioevo, il paese è stato un possedimento della famiglia dei conti di Pagliara che fu una delle famiglie nobili abruzzesi più importanti. Tra i suoi discendenti si annoverano, nell'XI secolo, anche San Berardo, vescovo e patrono della città di Teramo, e sua sorella Santa Colomba, eremita, ancora oggi molto venerata in questa località
Secondo la tradizione, nel 1217 giunse a Tossicia anche San Francesco d'Assisi, inviato dal vescovo di Penne in veste di paciere, per comporre la lite che si era sollevata tra i baroni locali per il dominio sul territorio.
In alcuni documenti Tossicia è individuata col nome di "Toxicia". La radice tox, comune alla parola latina toxicum, ossia veleno, potrebbe avvalorare l'ipotesi che il nome derivi dalla presenza di numerosi serpenti che causavano fastidio agli abitanti.


Origini del nome 
Vi è molta incertezza sulle origini e sul significato del toponimo di Tossicia, ancora oggi oggetto di diverse ipotesi interpretative.
In alcuni documenti, quali le mappe risalenti al Regno delle Due Sicilie, Tossicia è individuata col nome di "Toxicia". La radice tox, comune alla parola latina toxicum, ossia veleno, potrebbe avvalorare l'ipotesi che il nome derivi dalla presenza di numerosi serpenti velenosi, che prosperavano grazie all’abbondanza dei corsi d’acqua che attraversano la vallata. 
Un’altra possibile derivazione del toponimo potrebbe essere ricondotta al barone Tosia di Ornano Grande a cui, alcuni autori, attribuiscono la fondazione del paese nel IX secolo.
Un'altra ipotesi desume che il nome del borgo sia ricollegabile a Turris Sicula, una torre di notevoli dimensioni che sovrastava con la sua presenza la Valle Siciliana. Col tempo le parole Turris e Sicula si sarebbero fuse e contratte originando la parola Tossicia.


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